La lotta alla violenza contro le donne comincia sin da subito anche sui banchi di scuola.
La sensibilità si trasmette ma a volte, rare quanto preziose eccezioni, non è necessario scavare perché è del tutto innata in animi sensibili ed empatici.
La scuola Secondaria di Primo grado ha partecipato a concorso regionale con diversi elaborati ma questa poesia è stata inviata fuori concorso per la sensibilità dimostrata.
MI VEDO LI’
Mi vedo lì,
stesa sul letto,
le mie pallide guance rigate
dalle mie lacrime rancide,
nei miei occhi per anni
soffocate
e ora finalmente
liberate.
Mi vedo lì,
con gli occhi enigmatici
muti eppur loquaci,
la loro brutta storia
proprio non posson celare.
Mi vedo lì,
madida di sudore,
quanto ho lottato,
ma non abbastanza
per la morte fugare.
Lo vedo lì,
accanto a me,
e nel profondo so
che la mia polpa
e il suo passato
niente gli dicono,
lui è sordo e cieco,
solo una penosa scorza vede,
a lui estranea,
la scorza
che del tutto ha scorticato.
Li vedo lì,
i suoi timori,
le sue insicurezze,
intrisi nel mio corpo,
nel quale
il suo dolore
ha affogato,
causando altro dolore,
un dolore profondo,
un dolore che pian piano
mi ha prosciugato.
La vedo lì,
l’alba che avrei voluto,
l’alba piena di gioia,
l’alba da assaporar
con qualcuno da amare.
Provo ad afferrarla,
ma fra le mani mi sfuma,
ciò che mi spetta
è un tramonto,
un tramonto che non posso ammirare.
E tu,
donna che leggi,
goditi entrambi,
l’alba dalle dita rosate
e il tramonto dalle purpuree chiome scompigliate.
SIMONE FLANDINA 3C