Si sono ritrovati sul Nanga Parbat, un monte del Pakistan, i corpi senza vita dei due alpinisti scomparsi molti giorni fa. Erano Daniele Nardi e Tom Ballard, due giovani che volevano solo far avverare il loro sogno: superare lo sperone Mummari.
Lo sperone Mummari è il canale più stretto e roccioso del Nanga Parbat, nessun alpinista era mai riuscito ad oltrepassarlo, be’ quei ragazzi credevano, anzi speravano, di riuscirci; volevano solo inseguire e rendere realtà il loro desiderio.
Uno dei due, Daniele Nardi, mentre si trovava in mezzo a tutta quella neve, ha inviato un messaggio in cui diceva a parenti e familiari di voler essere ricordato come colui che aveva provato a fare una cosa incredibile, impossibile! A lui non dava dolore non essere riuscito nel suo intento, ma piuttosto averci provato.
Il giorno in cui scomparvero era il 25 Febbraio, qualche giorno fa si sono avvistate le sagome dei loro cadaveri; si credeva che fossero stati travolti da una valanga, invece si è scoperto da poco che morirono nella scalata, forse colpiti da blocchi di ghiaccio. Alex Txikon, dal campo base, con un telescopio potentissimo, Mercoledì 6 Marzo riuscì ad avvistare il punto del loro decesso e poi ad individuare i corpi. All’inizio aveva provato a ritrovarli con dei droni ma senza riuscirci, poi provò con il telescopio ed ebbe esito positivo. I loro corpi non verranno ripresi prima della primavera.
Molte persone si chiedono: “E’ giusto inseguire il proprio sogno fino a mettere a repentaglio la propria vita?”. Simone Moro, un altro alpinista molto famoso, afferma che ci sono due modi per affrontare questa scalata: uno è la difficoltà e l’altro è il rischio, secondo l’autorevole alpinista la scelta va basata sempre sulla difficoltà e non sul rischio e lo Sperone Mummari era un suicidio.